martedì 22 gennaio 2008

Messaggero Veneto - 22 gennaio 2008 Eccellenza

IL SEVEGLIANO SI SCOPRE GRANDE A TRICESIMO
Manzanese e Pordenone, poi il vuoto Il Torviscosa cade in casa arancione e perde il contatto dalle duellanti Ci hanno messo un girone intero più una partita ma alla fine ci sono riusciti: Manzanese e Pordenone hanno ucciso il campionato. Esito scontato e prevedibile, vero, però il Torviscosa dei miracoli meritava l’ultima prova di appello. La sconfitta subita a opera della capolista dai ragazzi di Scarel (comunque ancora sul podio) taglia in maniera definitiva ogni tipo di discussione in materia con arancioni e ramarri che, da qui alla fine, saranno impegnati in un testa a testa spettacolare e palpitante per la salita diretta in serie D o per accedervi tramite gli spareggi nazionali. Ben cinque i pareggi su otto gare hanno contraddistinto la prima giornata di ritorno, quasi un’istantanea che riassume il notevole e perenne equilibrio in cui naviga il campionato. Un livellamento (se verso l’alto o verso il basso dipende dalle singole correnti di pensiero: noi propendiamo per la prima ipotesi) che rende particolarmente intrigante e avvincente soprattutto la dura lotta per rimanere in categoria. Oltre alla coppia di testa e il Torviscosa, infatti, solo il Gonars e il Monfalcone possono al momento sentirsi al sicuro. Tra la sesta (Fincantieri) e i “fanalini” Casarsa e Union 91 c’è invece un “fazzoletto” di sei punti a togliere tranquillità a ben undici compagini. Ecco che in questo contesto il successo del Sevegliano, l’unico con quelli di Manzanese e Pordenone, a Tricesimo vale non doppio ma triplo non solo perché ha permesso ai gialloblù di essere per la prima volta virtualmente salvi. Curiosità. È legata alla graduatoria dei bomber dove, fermi al palo i primi tre cannonieri, c’è stato un incredibile ammassarsi ai piedi del podio esattamente a quota sei reti. Alla vigilia c’erano solo Airoldi, Maki e Pinos raggiunti in un colpo solo da ben otto colleghi.

La squadra della settimana: Sevegliano. Pazienza se le ambizioni estive erano ben diverse, l’importante per Grop e compagni è aver cambiato rotta lasciandosi dopo mesi e mesi almeno tre formazioni alle spalle. Fondamentale la vittoria di Tricesimo in cui i gialloblù hanno confermato di aver capito soprattutto cosa non fare. Benedetta la Coppa Italia!

La squadra delusione: Union 91. Potrà stupire una segnalazione negativa per chi ha cominciato il nuovo anno con una vittoria e un pareggio dopo una serie infinita di ko, ma il doppio vantaggio sprecato nello spazio di mezzora contro il Tolmezzo sommato alla successiva incapacità di sfruttare le due espulsioni carniche e l’uscita per infortunio del duo Rella-Scarsini aprono i rubinetti dei rimpianti. L’uomo chiave: Daniel Paciulli (Casarsa). Il valore aggiunto dei gialloverdi assieme al più esperto e atteso Giorgi. Un’irradidio quando può partire in contropiede sulla destra questo nemmeno 21enne che all’Eccellenza ha dato immediatamente del tu. Piacevole sorpresa. Il bomber: Ian Hrbek (Gonars). Sembrava un oggetto misterioso lo slovacco, invece una volta che ha cominciato a segnare non si è più fermato. Del resto la scoperta del presidente Budai e del ds Ottone vanta anche qualche presenza nella nazionale del suo paese. Bravo nel finalizzare ma anche nel fare da sponda. Il giovane: Nicola Tonizzo (Palmanova). Siamo in presenza di un sicuro prospetto, di un elemento che deve necessariamente spiccare il volo come minimo in D (ma una chance in una Primavera prof non sarebbe un azzardo). Un classe ’90 che in mezzo al campo si muove con tanta personalità e ha simili argomenti tecnici passa di rado. Non contento è pure uno specialista dei piazzati. (p.a.)



Conchione, il terrore dei rigoristi
IL PROTAGONISTA
UDINE. Tutti nostro malgrado ci ricordiamo di Sergio Javier Goygochea, l’estremo argentino che privò nel ’90 la Nazionale azzurra della meritata e sospirata finale mondiale. Un autentico specialista nel sventare i calci di rigore che in Friuli Venezia Giulia ha un erede designato: Giancarlo Conchione. Il numero uno del Sevegliano ha, infatti, impostato la sua stagione su questa specifica caratteristica valsa ai gialloblù la conquista della Coppa Italia. Contro le corazzate Pordenone (in semifinale) e Manzanese (nell’ultimo atto) ha di fatto deciso la manifestazione esaltandosi nella lotteria dagli undici metri. Ma per un Sevegliano partito con ambizioni di podio e trovatosi, come l’anno passato, a lottare nei bassifondi della classifica potrebbe pesare ancora di più il rigore parato da “Big one” a Tricesimo, gesto valso la vittoria e l’aggancio al quart’ultimo posto che significa salvezza virtuale. Un episodio che per l’undici di Trombetta può significare quella svolta attesa da mesi e che, ancora una volta, ha visto Conchione assoluto protagonista. Certo, un portiere che para i rigori non vuol dire per forza che sia un gran portiere. Nel caso di Giancarlo, però, parlano i fatti di una carriera iniziata nel settore giovanile dell’Udinese e proseguita a Sevegliano con la sola parentesi di Capriva. Il mondo professionistico solo sfiorati, poi comunque la serie D e tanta Eccellenza con all’attivo un secondo e un quarto posto. Classe ’82 elastico ed esplosivo nell’andare giù a terra, Conchione a fine stagione si svincolerà e potrebbe cercare una nuova avventura anche perché al Sevegliano ha dato tanto dimostrando notevole attaccamento alla maglia: quest’anno per lavoro ha fatto spesso il tragitto Milano-Udine. (p.a.)

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