domenica 31 agosto 2008

Slowfootball è anche...rosa!Un bel pezzo firmato da Furio Zara dedicato alle donne nel calcio

Corriere dello Sport - 29 agosto 08
DALLA SENSI ALLA MENARINI SEMPRE DI PIU’ DIRIGENTI «ROSA»
Presidentesse crescono, il potere nel calcio è donna

di Furio Zara

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La salvezza sono loro, e chissà se siamo così scaltri da intuire che qui si va verso un altro mon­do, di sicuro migliore: buongior­no, presidentessa. Donne nel cal­cio, le famose quote rosa applica­te al pallone. Fatti più in là, gen­tilmente. Non più una moda buo­na per i rotocalchi da parrucchie­re, ma un segnale ben preciso. Non fanno più colore, stanno in­vece occupando i posti di coman­do con la fermezza di chi sa cos’è il Potere, l’ha vissuto e ci ha pas­sato sopra il fondotinta. Rosella Sensi numero uno della Roma. Vittoria di famiglia, ma più di tut­ti sua. E’ il futuro che ci viene in­contro. Il calcio imbolsito e retro­grado ha sempre sofferto di gine­cofobia, vuol dire paura delle don­ne. Siete belle, ma state al vostro posto. Dice: il calcio non è uno sport per signorine. E tutti a dar­si di gomito. Invece oggi le donne sono sempre di più, e sempre più potenti. Si chiama Francesca Me­narini, diventerà presidente del Bologna, questione di giorni. Sin­gle, capello corto, spettinato ad arte, sobria, riservata, un sorriso intelligente sempre appeso a fior di labbra, si è presentata alle ami­chevoli estive in jeans, camicia bianca e scarpe da ginnastica. Ha detto solo: « Sono nata l’anno del­l’ultimo scudetto del Bologna » . Non era una dichiarazione, era un avvertimento. La Sensi. La Menarini. Tira una nuova aria, più moderna, più da vita reale non da reality show: via i comple­ti grisaglia dei dirigenti cumenda con la pancia a mappamondo, via i presidentini fatti con lo stampi­no. Dice: donne du- du- du, in cer­ca di guai. Perché il calcio oggi è questo: un guaio. Però, che sfide. Dal Palazzo delle Regine alla pe­riferia dell’Impero, da Roma a Lanciano: lì la presidentessa è Valentina Maio, 25 anni, un fidan­zato calciatore, Manuel Turchi, e un figlio di quasi due anni, Fran­cesco. Giovani, carine, molto oc­cupate. E non dite: è così brava che sembra un uomo. Questo non lo sopportano. Tra i ’70 e gli ’80 c’era Lady Fraizzoli, la Renata nerazzurra. Moglie del presiden­te, stava più o meno nell’ombra, ma decideva lei. Volle Franco Ce­rilli, il Sivori di Chioggia. Il mari­to nicchiava, indovinate come an­dò a finire: Cerilli all’Inter.
Donna presidente? Ce l’ho. Don­na procuratrice? Ce l’ho, chiedere della signora Sereni, ma altre se­guono. Donna arbitro? Ce l’ho. Donna allenatrice tra i maschi? C’è stata, Carolina Morace alla Viterbese. Troppo bello per essere vero. Infatti durò poco. Luciano Gaucci le indicò l’uscita dopo due partite.
La prima presidentessa a certi livelli è stata la Giusy Achilli, dal 1989 al 1994 del Pavia, una già al­lora avanti per i tempi: andava alla partita in Kawasaki, sposta­ti e fammi parcheggiare, passava in tribuna con la pelliccia e tutti a farsi venire il torcicollo. Qualche anno fa a Palazzolo c’era Elisa­betta Piantoni, detta Betty. Quan­do stava al Chiari promise uno strip- tease. « Se vinciamo lo fac­cio » . Vinsero, si sedettero tutti in prima fila, ma la Betty non se la sentì. E mandò a spogliarsi una controfigura, fa lo stesso, no? Og­gi alla Pro Sesto c’è Elisabetta Pa­sini, si è data subito da fare e ha lanciato l’abbonamento low- co­ast: prezzi stracciati, 20 euro in curva per tutta la stagione, 40 per i distinti. Apri la finestra che qui entrano le idee. La salvezza sono loro. E non servirà la classifica avulsa
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