martedì 5 febbraio 2008

Il calcio italiano è più artistico di quello inglese

Il collezionista Capello a Londra
La nazionale di calcio inglese dovrà abituarsi al nuovo allenatore italiano Fabio Capello. I giocatori dovranno prepararsi ai suoi metodi senza compromessi; sanno che visti i recenti risultati negativi si impongono drastici cambiamenti. Quello che forse non sono pronti ad accettare è il fatto che sarà una sfida anche per tutto il loro stile di vita. In Inghilterra il gioco del calcio è aggressivo, talvolta cattivo, maschio. Quando si venne a sapere che il giocatore del Chelsea Graham Le Saux leggeva un quotidiano di qualità, il «Guardian», e frequentava le gallerie d'arte, divenne oggetto di dileggio da parte dei tifosi che intonarono il coro «Le Saux, muovi il c...». In Italia invece, quando l'ex giocatore inglese Paul Gascoigne fu cacciato dalla squadra della Lazio e pensò che un bel rutto fosse il commento più appropriato da fare alla televisione italiana, il Paese ne fu disgustato e tutti i giornali parlarono del declino morale degli inglesi. In Italia il calcio non fa distinzioni di classe e, cosa ancora più importante, i calciatori non fanno eccezione alla regola generale e cioè che gli italiani desiderano migliorarsi. Nessuno va fiero di essere un bullo un po' grezzo. Fabio Capello va agli spettacoli della Scala e colleziona arte da quando aveva vent'anni. Il suo aspetto può sembrare ruvido, ma il suo stile è aristocratico: non frequenta feste mondane, non corteggia la stampa, non è coinvolto in giri di donnine allegre come molti calciatori, vive con la moglie Laura, che ha incontrato all'età di 17 anni quando lui studiava da geometra e lei per diventare insegnante. È un uomo dedito alla famiglia che legge, visita i musei e ama il silenzio delle montagne. Capello ha detto che l'arte e la natura sono per lui fonte di un piacere analogo. Ha iniziato a collezionare quando giocava per la Juventus. L'allenatore della squadra Italo Allodi gli suggerì che era meglio investire così i soldi piuttosto che sperperarli. In seguito, Capello seguì i consigli del grande calciatore e collezionista svedese Nils Liedholm, allenatore della Roma, passato alla storia per aver rinunciato a un bonus finanziario dopo una stagione positiva chiedendo in cambio un quadro. La galleria di Capello è la Lorenzelli Arte di Milano. Matteo Lorenzelli non ha voluto rivelare quali siano gli artisti che interessano l'allenatore, ma ha parlato di quadri e sculture a partire dal 1945, precisando che l'allenatore, come tutti i veri collezionisti, tiene le opere che compra in casa piuttosto che spedirle alla volta di un porto franco svizzero. Il mercante d'arte torinese Sergio Bertaccini, che frequenta l'ambiente del calcio, è stato più disponibile. Capello ha iniziato dai maestri classici italiani come De Chirico, per poi ampliare Ai suoi interessi a Chagall e all'arte povera, con Mario Merz e Jannis Kounellis. L'artista astratto americano Cy Twombly è un altro dei suoi preferiti, e sono in molti a dire che la sua collezione vale circa 10 milioni di euro (un importante Twombly è stato venduto a un'asta a New York nel 2005 per 8,7 milioni di dollari). Capello ha addirittura fatto ricorso a Twombly per una metafora sul gioco del calcio. All'inizio di quest'anno, un giornale spagnolo gli ha chiesto a che cosa paragonava il calcio iberico: «A un quadro di Twombly», è stata la riposta, «perché dentro ci si possono vedere molte cose».
Anna Somers Cocks
2008-01-14
A cura di
www.ilgiornaledellarte.com

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