giovedì 10 luglio 2008

Trombetta, un friulano in Champions

MESSAGGERO VENETO - Sport - 10 luglio 2008

La curiosità. Ex vice di Guidolin e Galeone in bianconero fa l’aiuto ora nel Cluj, la squadra campione di Romania in ritiro in Austria Trombetta, un friulano in Champions

«Mi dispiace aver lasciato l’Italia, ma volevo mettermi alla prova in una realtà diversa»
UDINE. La Romania è terra di avventure e di opportunità: non solo gli imprenditori italiani, che sempre più spesso “delocalizzano” i loro investimenti nell’est europeo, ma anche per gli allenatori nostrani. Nel solco tracciato da Walter Zenga, infatti, si è inserito Maurizio Trombetta che, dopo aver lasciato il Sevegliano, ha preso armi e bagagli e si è trasferito al Cfr Cluj, società fresca di vittoria nel campionato e nella coppa di Romania e qualificata ai gironi della Champions League, con il ruolo di viceallenatore, lo stesso che all’Udinese ebbe sotto le guide di Galeone e Guidolin.
Mister come è stato il primo impatto con la realtà rumena? «Positivo – spiega Trombetta –. Abbiamo svolto 15 giorni di ritiro in Austria, quindi la società ha lasciato liberi i giocatori per un breve periodo e adesso siamo di nuovo in ritiro vicino a Salisburgo. La squadra è molto competitiva, formata da tanti portoghesi e sudamericani, e il livello molto buono. Tanto è vero che nell’amichevole con la Dinamo Kiev abbiamo vinto per 3-2 con reti del capitano Cadu, di Muresan e dell’argentino Fabbiani». Nessun problema particolare con la lingua? «Certo non è facile, ma diciamo che parlo una specie di esperanto: ci si arrangia con l’inglese, l’italiano, lo spagnolo e qualche parola di portoghese». Al di là dell’aspetto economico, cosa l’ha convinta a trasferirsi in Romania? «Sarei ipocrita a dire che lo stipendio non conta, ma quello che mi ha fatto dire di sì è la volontà di misurarmi con una realtà diversa. In Romania siamo stranieri, dobbiamo adattarci a un mondo e a un modo di concepire il mondo diverso. Senza dimenticare che quest’anno avremo la possibilità di giocare, in Champions, in stadi che hanno fatto la storia del calcio, come il Santiago Bernabeu, l’Old Trafford o Stamford Bridge». Non ha nessun rimpianto per aver lasciato l’Italia? «È chiaro che dispiace, soprattutto perché penso di aver dimostrato di potermi adattare bene anche a livello dilettantistico, oltre che nei professionisti, facendo ottime cose con il Sevegliano, ma evidentemente non è bastato». Che bilancio traccia della sua prima esperienza nei dilettanti? «Senza dubbio positivo. A Sevegliano ho trovato una società disponibile e un insieme di ragazzi eccezionali con cui lavorare e che, per certi versi, è stato il mio primo vero gruppo. Qualcuno ha detto che per rialzarci e raggiungere certi traguardi abbiamo avuto fortuna: allora vorrà dire che auguro a lui la stessa fortuna nella prossima stagione, perché la buona sorte bisogna anche sapersela andare a cercare». Eppure radiomercato la dava prima vicino alla Manzanese e poi al Rivignano... «Voci. Non nego che con qualche società ho parlato, ma nessun presidente o dirigente è stato serio e concreto come, invece, mi era accaduto a Sevegliano. Pazienza, io guardo avanti senza rimpianti». Chiudiamo con gli obiettivi del Cluj. «Cercare di rimanere nelle primissime posizioni del campionato rumeno e, in Europa, giocare all’altezza con le grandi squadre».
Mattia Pertoldi

Nessun commento: