sabato 23 agosto 2008

Direttamente da Cluj Napoca (Romania) l'intervista a Maurizio Trombetta

Per come intendiamo noi il concetto di Slowfootball, nella nostra filosofia può anche significare il tempo giusto, ossia per ogni cosa c'è il suo momento…
Maurizio era il tempo giusto per affrontare un' esperienza all'estero?

Effettivamente, sì! Il tempo giusto per aprirmi a nuove esperienze e sviluppi non prevedibili sia per la vita professionale e dunque per la carriera, e anche per un interessante confronto con una realtà diversa da quella a cui ero abituato.

Dopo un mese di vita in Romania quali sono le cose che ti hanno colpito di più in questa città?
Direi la disparità che si vede ogni giorno. Convivono realtà molto differenti. Si passa dalla semplicità più assoluta al lusso. Per esempio i carretti di legno trainati dai cavalli come mezzo di trasporto per adulti e bambini che girano in centro città a fianco alle macchine lussuose.
Cluj è una bella città, è di origine medioevale e il centro testimonia la storia e la cultura che questo posto può vantare. Ha 300.000 abitanti, città universitaria, molti giovani…una città che sicuramente farà parlare di sé. E’ circondata da distese sterminate di dolci colline che farebbero pensare al posto adatto per sterminati vigneti! Dunque in grande sviluppo, cantieri di costruzioni ovunque, direi working in progress...Il quartiere dove abito è tutto nuovo. Ci sono tanti ragazzi che hanno ambizione e voglia di emergere, e direi che non a caso la squadra per cui lavoro è in Europa, in Champions League.

Come vivono il calcio i rumeni?
Con estrema passione, come in Italia. Ho avuto modo di allenare anche a Perugia e Napoli e direi che il tifo e il legame che vedo è lo stesso che si respira nel nostro Sud. L 'attenzione dei media è soprattutto, e purtroppo, focalizzata più su quello che accade fuori dal campo. C'è maggior interesse per la polemica e lo scandalo rispetto all'aspetto puramente tecnico. Decisamente un po' esagerato e negativo per l'intero sistema. Una specie di “Processo del Lunedì” che dura tutta la settimana!

Maurizio, andiamo dunque sul campo vero e proprio... Come si svolgono gli allenamenti al Cfr?
I ragazzi del Cfr svolgono due doppi allenamenti il martedì e il giovedì. In Italia solitamente si fa solo un doppio allenamento, il mercoledì. Il che non significa che si lavora di più. Qui i tempi sono più lunghi (ahimè ci sono anche tempi morti!) e c'è minore intensità. Si dovrebbe porre in allenamento l'intensità più simile alla partita. Vedo purtroppo che si tende a lavorare più sulla quantità piuttosto che sulla qualità delle esercitazioni. D’altra parte non è facile adattare le abitudini tecniche tattiche italiane al "sistema rumeno"... ma spero di avere l'opportunità di lavorare sempre di più, sia tecnicamente che tatticamente per apportare il mio contributo a questa squadra che ritengo di buon livello. Spero inoltre di poter avere quanto prima anche un confronto con allenatore e dirigenza per meglio affrontare la stagione. Naturalmente adesso, rispetto il mio ruolo di secondo e dunque mi inserisco quando il mister Ioan Andone me lo chiede.

Come trascorri il tuo tempo libero qui?
Attualmente sto ancora di mettendi a posto casa...Mi sono da poco trasferito dall’albergo in questo appartamento nuovo. Studio il rumeno, ma anche l'inglese e ripasso lo spagnolo visto che ho moltissimi argentini, brasiliani e portoghesi in squadra. Ovviamente studio anche il calcio di questo Paese per poter intervenire nel modo più efficace possibile. Il fascino di un'esperienza all'estero è proprio anche quello di aver l'opportunità di conoscere popoli e mentalità differenti e arricchirsi soprattutto dal punto di vista umano.

Chi sono i tuoi colleghi di lavoro?
Oltre al mister Ioan Andone c'è un giovane e attivo direttore sportivo/esecutivo Răzvan Zamfir, un altro collaboratore tecnico Romulus Gabor, un preparatore atletico Paolo Potocnik (nella foto), che tra l'altro è italiano, ed infine un preparatore dei portieri Ion Manu. Abbiamo inoltre sempre presente il nostro Presidente Muresan che segue costantemente la squadra e ciò è una cosa positiva. Sono tutte persone con un background di vita diverso e con grandi capacità di applicazione dei loro metodi e conoscenze alle realtà locali con un buon grado di apertura mentale e disponibilità al confronto.
La tua valutazione sulla società?
Il Cfr (http://www.cfr1907.ro/) è una società solida, organizzata e per ora devo dire anche corretta. E’ molto ambiziosa e riflette il carattere del suo proprietario Arpad Paszkany, intelligente, giovane (ha meno di 40 anni) e determinatissimo imprenditore con obiettivi di alto livello anche nel calcio. L’ambiente per certi versi è quasi “dilettantistico” e credo che il merito di rendere la squadra quasi una famiglia sia del rassicurante Presidente Muresan che è sempre vicino ai giocatori e allo staff. (nella foto Arpad Pazkany a destra il Presidente Muresan assediato dai giornalisti!)

Walter Zenga, il prof. Bordon in Russia, Nicolò Napoli ad allenare il Craiova (Romania) squadra che devi affrontare prossimamente, tu al Cfr…
Globalizzazione anche nel calcio?
Sì senza dubbio. Nella nostra squadra per esempio i rumeni sono in netta minoranza, su 30 giocatori meno di 10 sono rumeni gli altri sono brasiliani, portoghesi, argentini, canadesi, ivoriani... A volte mi capita di costruire qualche frase con parole italiane, inglesi, spagnole e rumene...mi metto a ridere, ma ti assicuro che non è semplice! Ma anche questo per me rappresenta una bella sfida!
Scontata probabilmente questa domanda...cosa ti manca dell'Italia sia dal punto di vista professionale che personale?
Probabilmente sarà ovvia anche la risposta...gli affetti e il cibo italiano. Anche se al ristorante della società "La Liga" si mangia un'ottima pizza, e ho trovato due ristoranti italiani (uno di tradizione toscana ed uno nuovissimo di design "La Baracca") dove si mangia veramente bene! Dal punto di vista calcistico invece direi l'impostazione professionale italiana che qui a Cluj hanno la volontà di cercare di ottenere. Non c'è l'attenzione ai particolari che abbiamo noi in Serie A e lo spirito è ancora un po' troppo dilettantistico dovendo affrontare una Champions. L’ideale sarebbe cercare di migliorare senza però modificare l’ambiente familiare che è una cosa sicuramente positiva.

L'anno scorso, dopo 10 anni di carriera in serie A e B al seguito didue bravi allenatori come Guidolin e Galeone, avevi intrapreso lacarriera come primo allenatore... hai abbandonato l'idea? torneresti ametterti in gioco in prima persona?
Assolutamente sì e ti dirò ora più di prima, se devo dire mi manca la "pressione" di decidere in prima persona, ma credo che questa esperienza all'estero comunque mi sarà utile per riprendere l’attività di primo con ancora con maggiore grinta e determinazione. Penso tra l'altro che gli allenatori italiani ora più che mai dovranno essere pronti a fare la valigia per andare ad allenare ahimè fuori dalla nostra bella Italia.

a cura di Redazione Slowfootball - (Foto P.Calligaris)
Cluj Napoca, 15 agosto 2008

3 commenti:

Anonimo ha detto...

good start

Anonimo ha detto...

good start

Anonimo ha detto...

molto intiresno, grazie