Un addio commosso a Candido, che si era innamorato degli ultimi.
Mi pare sia successo poco, non è vero? Il risultato più importante per la classifica è la vittoria del Torino, che ha riaperto la lotta salvezza, i tre punti più meritati sono quelli di Genoa e Catania, i più ingiusti quelli del Milan e, soprattutto, della Fiorentina. Alla faccia non tanto del fair-play, a cui io stesso avevo abboccato per via che sono grullo, ma della congiura arbitrale ai danni dei poveri fratelli Della Valle.
Lasciamo perdere. Stasera non mi va, per due buone ragioni. La prima si chiama Candido Cannavò, la seconda Nereo Rocco. A Cannavò mi legava un affetto lontano ma sincero, lievitato una ventina d'anni fa quando me l'ero trovato davanti all'improvviso al circolo dove giocavo a tennis allora, l'Ambrosiano di Milano. Che ci fai qua direttore? -Cerco qualcuno che abbia voglia di farmi giocare anche se sono una scarpa.-Eccomi. -Ma no, tu con me perdi tempo. -Cominciamo a sudare, poi una scarpa adatta a te la troveremo. Nacque una frequentazione di qualche anno, amicizia sarebbe troppo. Poi come accade nella vita le strade si divisero, andai a sentirlo più o meno un anno fa la sera che presentò i suoi Pretacci, l'ultimo libro, un gioiello assoluto. Mi commosse sino alle lacrime il racconto delle sue esperienze, di un percorso che l'aveva portato così vicino agli ultimi, prima i disabili, poi i carcerati, poi i preti di frontiera. Andai a chiedergli la dedica, mi abbracciò felice e un po' commosso, conservo quel libro come un cimelio. Come la testimonianza ultima di una persona che sentiva di dover restituire alla vita tutto quello che la vita gli aveva regalato.
A mitigare il magone per Candido, il piacere dell'ennesima riscoperta del Paròn. Trieste lo ha celebrato con l'intatta passione di sempre, il libro che gli ho dedicato nel trentennale della sua scomparsa parrebbe -siamo solo agli inizi - farsi strada anche tra i giovani. Sarebbe, era, esattamente quello che speravo: tramandare una leggenda alle nuove generazioni, alla faccia del lifeisnow. La vita non è adesso. La vita è domani se oggi siamo capaci di trasmettere il meglio di ieri.
5 commenti:
molto intiresno, grazie
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good start
good start
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