giovedì 19 maggio 2011

Una partita della memoria...





Mi fa particolarmente piacere scrivere oggi su questa rubrica , non per una partita di campionato o di coppa, ma per una "partita della memoria" svoltasi due sere fa a Gemona in ricordo del grande “vecio” Enzo Bearzot, fra l’altro a 35 anni di distanza dal terribile terremoto del 6 Maggio 1976 che ha colpito proprio queste terre.
La partita commemorativa fra la Nazionale Master, con la presenza di ben nove giocatori del Mondiale ’82 vinto in Spagna, e la rappresentativa di giocatori del Friuli Venezia Giulia, di cui mi vanto di essere stato l’allenatore (mi avrebbe fatto piacere riuscire a giocare, ma anch’io, come qualcuno dei miei più vecchi e soprattutto famosi avversari, non sono più in condizioni fisiche sufficienti per tornare ad “allacciarmi le scarpe…”)
E non lo faccio per apprezzare un gesto tecnico sopraffino, come pur se ne sono visti, dato il tasso tecnico dei giocatori in campo (certo un po’ più “slow”…), ma per parlare di un personaggio come Paolo Rossi e dei suoi valori, non solo come grandissimo calciatore di quella Nazionale, ma anche come uomo molto adatto, secondo me, per entrare a pieno diritto nei Very Slowfootball People.
Come Cabrini, Bergomi, Altobelli, non è stato nelle condizioni di partecipare attivamente alla partita, ma la sua presenza è stata forse la più festeggiata.
Ho avuto modo di abbracciarlo e scambiare due parole con lui prima della partita, ma non ho parlato di calcio.
Mi sono sentito di fargli i complimenti per la sua partecipazione ed il suo comportamento a “Ballando con le stelle”.
Si perché bisogna avere un bel “coraggio” alla sua età e con le sue ginocchia (io ne so qualcosa…), a mettersi li a cercare di imparare a ballare senza la paura delle “figure” da fare davanti a milioni di telespettatori che ti stimano e ti apprezzano per il grande campione che sei stato e per l’ottimo commentatore televisivo che tuttora sei.
Mi piace ballare (…e non è detto che ne sia capace), ma è stata dura cominciare a farlo dopo una certa età, quando non ero già più un ragazzino, per cui posso immaginare le sue difficoltà a dover imparare tutto così in fretta per partecipare ad uno spettacolo...
Un mito!
Ed è stato bello sentirlo dire che l’ha fatto per gioco e per divertimento.
Non come Panucci, altro “coraggioso” ex calciatore, che era animato dal solito sano agonismo della competizione, anche se di ballo.
Uno che come Pablito è stato Campione del Mondo, tra l’altro capocannoniere di quel Mondiale, lo spirito agonistico ce lo deve avere bello tosto!
Divertirsi cercando di imparare a ballare decentemente solo per il gusto ed il piacere del giocare insieme ad altri più o meno “sventurati” compagni di ballo, non deve essere stato per niente facile.
Complimenti ancora , “Pablito” Rossi, il gusto, il piacere, la convivialità, tutti valori molto ma molto SLOWFOOTBALL….!

Maurizio Trombetta

1 commento:

box givova ha detto...

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