Ho visto il primo tempo ed intravisto il secondo di Juventus – Milan del posticipo serale della sesta (quinta effettiva) del Campionato.
Bella partita, Juve che surclassa il Milan sotto tutti i punti di vista, ma mi piace evidenziare soprattutto uno dei protagonisti principali di questo strapotere sia fisico che tecnico dei bianconeri, Claudio Marchisio.Partendo dall’azione del primo gol a quattro minuti dalla fine della partita, inserimento palla al piede con doppio uno-due, prima con Vidal e poi con Vucinic per inserirsi nel cuore dell’area di rigore ed andare a segnare su “rimpallo” pressando ancora la respinta del difensore avversario.
Con la caparbietà che solo un “campioncino” può ancora avere a quel punto della partita dopo aver speso così tanto, quasi tutto, senza aver ancora raggiunto il meritato vantaggio.Perché se continua così, ha tutte le carte in regola per essere un campione vero come il Tardelli a cui giustamente viene paragonato o a un Maldini, un Del Piero, tanto per far riferimento a due “bandiere”, termine che ormai raramente può essere usato in questo calcio odierno.
Credevo non fosse mai andato via dalla Juve, invece un anno ad Empoli lo ha fatto.
Però poi non si è più mosso, ogni anno pieno di richieste, anche di altissimo livello, e mai sicuro di un posto in squadra da titolare, ma sempre rimasto in bianconero e guarda caso sempre diventato un pilastro della squadra, stagione dopo stagione.
Evidentemente la caparbietà cui facevo riferimento prima, oltre naturalmente a doti tecniche, fisiche e tattiche di primissimo livello.
Rimanendo alla partita di ieri sera, assolutamente notevole poi nel primo tempo, un controllo volante “no look”, come dicono i “veri” sempre in fase di inserimento in piena area di rigore avversaria.
Unica colpa la mancanza di pazienza per aspettare che la palla, controllata incredibilmente bene nonostante fosse uscita dal suo campo visivo, rimbalzasse nuovamente a terra per poterla poi colpire con la giusta forza.
Imparate da questi esempi bambini e ragazzi che sognate di diventare giocatori di calcio.
Doti tecniche straordinarie, ma anche la forza di provare a fare cose difficilissime e quindi con la possibilità di non riuscire, ed al contempo il carattere per continuare a provare a fare cose “importanti” fino alla fine della partita nonostante la fatica.
Claudio Marchisio, classe 1986, venticinque anni, “campione work in progress” è per me il VERY SLOWFOOTBALL PERSON della settimana.
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