martedì 8 gennaio 2008

Il successo ai rigori premia la squadra che, disposta ottimamente in campo dal proprio tecnico Trombetta, ha saputo interpretare meglio la gara



MESSAGGERO VENETO 8 gennaio 2008 COPPA ITALIA DILETTANTI Pagina 20 - Udine

Conchione si conferma para-rigori il resto lo fanno Grop, Paolucci Ghirardo e Verrillo
Sevegliano, una Coppa per risalire
L’insperato trofeo colto a spese della capolista ridà fiducia ai gialloblù

SEVEGLIANO. Il calcio non è come tanti altri sport, dove se sei più forte e hai maggiore esperienza il più delle volte vinci. No, il pallone trascende spesso questi schemi e la sua storia, ad ogni livello, è piena di episodi che sovvertono i pronostici iniziali e che, in fondo, garantiscono quel margine di imprevedibilità che disegnano, a seconda dei punti di vista, emozioni o delusioni. E la finale di coppa Italia di domenica, che ha regalato il trofeo al Sevegliano, è solo l’ultimo esempio di questa ricca casistica. Tatticamente perfetto. Le gerarchie del campionato, secondo molti, non lasciavano speranze ai gialloblù di Trombetta contro la capolista d’Eccellenza che non solo guida il gruppone del girone, ma che aveva sempre vinto tutti gli incontri precedenti di Coppa, e che si presentava a Majano sicuramente più in forma degli avversari. Trombetta, infatti, non solo ha dovuto far fronte alle partenze di Strizzolo e Nicolausig, ma in finale ha dovuto rinunciare all’infortunato De Nicolo e agli influenzati Bertossi e Zorzut, potendo portare in panchina solo cinque ragazzini e lanciando il baby Tonin sulla mediana.Ma nonostante tutti questi problemi, l’ex vice di Galeone e Guidolin ha schierato una formazione tatticamente perfetta, con Tiberio e Zonca che hanno chiuso nella loro morsa Bernardo e Vosca, Verillo e Paolucci scatenate ali di un tridente offensivo di tutto rispetto, e soprattutto a centrocampo ha disinnescato la fantasia dell’uomo d’ordine arancione, quel Nicola Trangoni da cui passano tutti i palloni giocabili della truppa di Veneziano, e che ieri ha potuto inventare qualcosa solo con palla da fermo. Occasioni. Quella di Majano, inoltre, è stata una partita certamente non spettacolare e nemmeno piacevole, rappresentando in sintesi la falsariga di quello che è l’attuale campionato di Eccellenza, e cioè un girone sostanzialmente mediocre e di livello più basso di quelli passati, ma ai punti il risultato uscito dalla lotteria dei rigori rimarca quello che si è visto in campo.Il Sevegliano, infatti, pur senza compiere nulla di trascendentale, ha fatto sicuramente meglio della Manzanese, soprattutto a livello di occasioni create su azione e non nate da corner o punizioni. Grop e Citossi nel primo tempo hanno avuto sui propri piedi la possibilità di portare in vantaggio i gialloblù, e nella ripresa Paolucci per due volte si è trovato a pochi passi dal beffare Zanella senza però riuscire a trovare la correzione sottomisura. Super-Conchione. Dagli 11 metri, poi, ci ha pensato di nuovo lo specialista “pararigori” Conchione a chiudere definitivamente i conti e a regalare al presidente Vidal la Coppa, volando due volte sulla propria destra per neutralizzare il penalty di Sellan e quello mancino di Ciriaco. Due balzi da felino, prima del bolide di Verillo che ha scaraventato in rete il punto decisivo, sfogando tutta la propria rabbia sportiva nei confronti di quella Manzanese che non lo ha confermato a giugno, che hanno bissato l’impresa della semifinale con il Pordenone e che adesso regalano certezze anche in vista della ripresa del campionato contro il Monfalcone.

Mattia Pertoldi

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