domenica 16 marzo 2008

Vino e Musica...la sintesi cel la propone Massimo Donà

"L'ANIMA DEL VINO" E "AHMBE'": LE DUE ANIME DI MASSIMO DONA', FILOSOFO E TROMBETTISTA, RIESCONO A FONDERSI IN UN UNICO PROGETTO EDITORIALE

IL LIBRO

Dopo la "Filosofia del vino", un altro intrigante percorso tra i filari e gli acini che attraversano i paesaggi del "pensabile". Con "L'Anima del vino" Massimo Donà propone nuove frizzanti divagazioni sul segreto della vite; perchè il vino è alimento inesauribile della riflessione filosofica, che vi vede riflesse buona parte delle proprie magnifiche ossessioni.L'autore vuole invitarci a bere con cognizione di causa, possibilmente guidati da quel senso di responsabilità che dovrebbe in verità ispirare ogni atto della nostra esistenza mortale.E poi, finalmente, le due anime di Donà riescono a fondersi in un'unica proposta editoriale: perchè "L'Anima del vino" propone in allegato il nuovo Cd musicale che il filosofo-jazzista ha voluto dedicare alla bevanda legata a Dionisio. Il disco si intitola "Ahmbé", e contiene due composizioni esplicitamente ispirate al nettare "di-vino".


IL DISCO

Registrazioni di concerti, frammenti registrati in studio, strumenti tradizionali ed elaborazioni elettroniche, "natura" e "tecnica", struttura e improvvisazione, tutte dimensioni che si con-fondono in felice sintesi nella forma di un vero e proprio "progetto" discografico.Una scelta di esecuzioni dal vivo, accuratamente registrate dall'amico Virgilio Biscaro, mixate e valorizzate poi dalla destrezza informatica (da sempre unita ad una grande sensibilità musicale) dell'amico Bebo Baldan.Il tutto per rendere onore al "vino", antichissimo nettare degli Dei, che diventa protagonista fin dai primi due brani di questa raccolta: L'anima del vino e Il mio corpo è un vignaiolo. Brani in cui le parole di Charles Baudelaire e di Giuseppe Conte interagiscono con la musica e il ritmo in solidale armonia e autentica philìa. Ai primi due brani segue poi una suite suddivisa in tre "stanze", amorevolmente dedicata a quello che è forse il più grande protagonista dell'arte moderna e contemporanea: lo spagnolo Pablo Picasso. Si tratta di Picassiana (1, 2, 3): una suite che ha preso forma nel corso di una performance ospitata tra le mura del magico giardino della Collezione Peggy Geggenheim di Venezia. Tutto improvvisato, eppure tutto così rigorosamente "organizzato" dalla perfetta interazione dei tre musicisti.E poi altre inedite commistioni tra la musica prodotta dalla batteria di Davide Ragazzoni e la voce recitante di Toni Toniato, tra la tromba di Massimo Donà , le parole di Giuseppe Conte e lo "scat" di Agneta Falk, tra le tastiere di Lele Rodighiero e gli strumenti etnici elaborati da Bebo Baldan, tra il sax di Michele Polga e la chitarra di Maurizio Trionfo, tra il basso di Nicola Sorato e le incursioni cromatiche di Donà, tra il sax di Francesco Bearzatti ed il groove prodotto dalla sapiente programmazione di Bebo.Una produzione nuova per il filosofo-musicista, dunque, che si distacca dal sound, forse più "tradizionale" delle sue precedenti produzioni: d''altro canto lo stimolo e la fiducia accordatagli da "Le città del vino" - che insieme ai responsabili (in primis Elisabetta Sgarbi) della casa editrice Bompiani (con cui Donà pubblica ormai da qualche anno), hanno voluto e reso possibile questa "frizzante" combinazione di scrittura e suono -, non potevano che confluire in qualcosa di "nuovo" ed esemplare anche dal punto di vista della semplice "idea musicale" sottesa a quest'inedita produzione, sì da rendere tutti (costretti a farsi lettori-e-ascoltatori in uno) partecipi della medesima "ebbrezza" - la stessa solitamente donata agli umani da qualche sano e buon bicchiere di vino italiano....

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